Benvenuti su un altro articolo firmato Dentista Low Cost! Dopo avervi presentato un approfondimento sulla numerazione dei denti, eccoci oggi con un nuovo tema che speriamo susciterà il vostro interesse.

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Era di vostra conoscenza che le cellule responsabili della formazione dei denti iniziano il loro lavoro molto precocemente nel corso dello sviluppo embrionale? Infatti, già a sette settimane dal concepimento, queste cellule si avviano su un percorso di differenziazione che porterà alla creazione dei primi abbozzi dei denti. 

Queste cellule specializzate, note come cellule odontogeniche, intraprendono un complesso processo di sviluppo e differenziazione. Iniziano come cellule indifferenziate, poi si specializzano progressivamente per formare le diverse strutture che compongono un dente, inclusi lo smalto, la dentina, il cemento e il tessuto connettivo che lo sostiene, il parodonto. 

Ogni singolo dente nella nostra bocca è il risultato di questo meraviglioso processo biologico che ha inizio nell'utero. E nonostante i denti decidui, o denti da latte, inizino a formarsi durante la vita embrionale, il processo di eruzione - il momento in cui i denti emergono attraverso le gengive - non inizia fino a diversi mesi dopo la nascita. E questo è solo l'inizio del ciclo vitale dei denti, che include ulteriori stadi di sviluppo, eruzione, uso e infine sostituzione con i denti permanenti. 

Inoltre, è interessante notare che i geni giocano un ruolo cruciale in tutto questo processo. Essi controllano non solo il momento e il modo in cui le cellule odontogeniche si differenziano, ma anche il numero, la forma e la posizione dei denti. Pertanto, i difetti genetici possono portare a varie anomalie dentali, come l'agenesia dentaria (l'assenza di uno o più denti), l'iperdontia (la presenza di denti extra) o la disodontiasi (malposizionamento dei denti).

Come si costituiscono in un primo momento i denti?

Vengono essenzialmente costituiti da calcio e fosfati, che vengono presi dal torrente circolatorio della madre durante la gravidanza. Se i fattori del metabolismo risultano nella media, la struttura del dente procede a buon ritmo (per quel che riguarda i cristalli dello smalto e della dentina). I denti in via di sviluppo sembrano dunque essere interessati soprattutto all’eventuale squilibrio tra i sali di calcio e di fosforo presenti nel torrente circolatorio della gestante durante la fase di struttura del dente.

Formazione del germe dentario: prima fase della struttura del dente

Lo smalto della corona prende origine in ciascun dente da distinti centri di struttura del dente (che in un secondo momento confluiscono l’un l’altro). Se questi centri non si fondono alla perfezione si forma sul dente una piccola apertura (detti pozzi, grandi abbastanza per ospitare dei germi, che poi verranno cercati con dovizia dal dentista di turno).

Le componenti di un dente

Ci sono varie componenti che fanno parte della struttura del dente La parte che possiamo vedere è la corona mentre quella che affonda nella gengiva e ne è circondata è detta colletto. La parte della struttura del dente che in pratica è sepolta nell’osso alveolare è la radice.

Vediamo ora come si riveste la corona

A pensarci è lo smalto, il tessuto più duro del corpo. Attenzione però a non “fratturarlo”; non avendo contatti con il sangue che distribuisce le sostanze nutritive, non ha cellule riparatrici che si occupano di costituire le difese e rischiate di danneggiare permanentemente la struttura del dente. Come si costituisce lo smalto? Da piccoli cristalli di calcio e fosfati che lo rendono così duro e resistente agli acidi e alle sostanze corrosive che si trovano in bocca, proteggendo e custodendo l'intera struttura del dente.

La dentina sotto lo smalto: analizziamo la sua struttura

struttura del dente

La dentina è un tessuto giallastro situato sotto lo smalto (costituita delle stesse sostanze). In pratica rappresenta il corpo del dente in quanto la sua quantità determina la grandezza e la struttura del dente stesso.

La parte più sensibile: la polpa

Rappresenta il tessuto molle della struttura del dente che riempie la camera al centro del dente e che contiene nervi e vasi sanguigni. È il mezzo di nutrizione della dentina e di comunicazione del dente con il resto dell’organismo.

Cemento: un tessuto simile all'osso

Questo strato, sottile e al contempo resistente, ha una funzione di protezione fondamentale per la radice del dente, che costituisce quasi due terzi della lunghezza totale del dente, situata profondamente sotto le gengive. Funziona come uno scudo, salvaguardando la radice da potenziali danni.

Inoltre, questa parte del dente è responsabile della formazione di fibre specifiche, le quali svolgono un ruolo importante nell'ancoraggio del dente alla sua posizione. Queste fibre sono vitali nel collegamento del dente all'alveolo osseo, una sorta di nicchia nella struttura ossea della mandibola o della mascella, dove risiede il dente. La formazione di queste fibre aiuta a "fissare" il dente, garantendone la stabilità e permettendogli di svolgere le sue funzioni efficacemente, senza muoversi o oscillare all'interno della bocca. Grazie a queste fibre, ogni dente è in grado di mantenere la sua posizione designata, contribuendo all'integrità complessiva della struttura dentale.

La radice del dente

struttura del dente

E' connessa con l'osso della mascella attraverso delle fibre speciali (dette parodontali) in cui ricordiamo passano i vasi sanguigni che forniscono il nutrimento al cemento. Di fatto, qando un dentista estrae un dente non sta rompendo un osso ma sta sezionando le fibre che tengono connesso il dente all'osso.

Cosa circonda i denti? Vediamo come si compone la sua struttura

L'ambiente in cui si trovano i nostri denti è un ambiente moolto attivo. Le papille gustative e le ghiandole salivari sono qui collocate, così come le labbra, la lingua, le guance e i muscoli mascellari.

La capacità di valutare le dimensioni di ciò che si frappone tra i denti è dovuta a piccoli ricettori pressori situati tra le fibre parodontali (incapaci di avvertire i denti riguardo le sensazioni di caldo e/o freddo).

Le strutture di sostegno

Il dente viene poi circondato dal legamento parodontale. Il suo compito è in definitiva quello di legare la radice del dente all’osso mascellare. Da sottolineare che la salute del dente è direttamente proporzionale all’integrità delle sue strutture di sostegno. Per questo le gengive rappresentano un ottimo strumento per diagnosticare una carenza vitaminica (sono tra i tessuti che ne risentono precocemente).

Il ruolo delle gengive

struttura del dente

Quando le gengive notano un deposito di germi sul Tartaro si allontanano dal dente permettendo la creazione di sacche in cui vengono catturati batteri e detriti alimentari. Un’infezione che parte da questa zona può danneggiare le gengive con fenomeni quali piccole lesioni e infiammazioni varie.

La saliva

Le ghiandole salivari (connesse con dei lembi di tessuto) sono situate nelle guance. La saliva assolve a diversi compiti. Vediamone alcuni:

  • ricorda alla bocca di avere sete (quando appunto diminuisce la escrezione di saliva)
  • lubrifica i cibi rendendo più semplice la masticazione
  • contiene un enzima che contribuisce ad una prima fase della digestione
  • aiuta a lavare via i residui alimentari dai denti neutralizzando gli acidi

Come comportarsi quando il dente non riesce a spuntare: soluzioni e terapie  

La disodontiasi consiste nell’eruzione mancata, oppure anomala, di un dente. La causa è da ricercarsi nell’anomalo orientamento del dente stesso oppure alla mancanza di uno spazio utile nell’arcata.

Puó capitare che, durante la fase di sviluppo, un bambino abbia problemi dentali e che un dente non riesca a spuntare oppure a sostituirsi al precedente "da latte". In altri casi, invece, il medesimo problema di fuoriuscita si puó verificare in un adulto, come ad esempio con un dente del giudizio. E tutto questo puó portare a varie problematiche, di gravitá variabile. Tale situazione particolare che colpisce un dente prende il nome di "disodontiasi". Cerchiamo di capire cosa sia e soprattutto quali le migliori soluzioni e terapie per la disodontiasi, sia in etá giovanile che adulta.

Solitamente, la disodontiasi si manifesta con un dolore intenso alla mandibola, oppure alla mascella o ad entrambi, che è la conseguenza di un’infiammazione dei tessuti che sono attorno all’elemento dentale e che lo sostengono. In alcuni casi, però, possono manifestarsi e presentarsi anche altri sintomi come la febbre, la difficoltà di masticazione e mal di testa. Per poter effettuare la diagnosi e terapia della disodontiasi è opportuno e necessario rivolgersi ad un dentista.

Il disturbo in analisi può colpire sia i bambini che gli adulti ed è una condizione risolvibile, purché sia riconosciuta in tempo e gli interventi siano tempestivi.

La disodontiasi è associata ad un’infiammazione del sacco pericoronario, ossia dei tessuti che circondano e sostengono l’elemento dentale.

Tra le cause possono essere annoverate, per citarne qualcuna, le alterazioni del normale sviluppo di mascella e mandibola, denti in numero maggiore del normale, malformazioni, palato stretto, persistenza di un dente deciduo nell’arcata dentale, caduta precoce dei denti da latte, cisti dentali, traumi.

Tra le cause indirette, invece, vi sono la malnutrizione e la disfunzione tiroidea.

La malnutrizione, per un bambino o per un adulto, puó essere dovuta a tanti fattori. Per quanto riguarda i bimbi, la mancata o insufficiente assunzione di latte materno o di altri alimenti fondamentali per la crescita e consigliati dal pediatra. Per un adulto, invece, tale problematica puó dipendere dalla cattiva alimentazione, ed in particolare dall'assunzione di alimenti non bilanciati a livello nutritivo, oppure da difficoltá dell'apparato digestivo. Pertanto, tale disequilibrio nella dieta alimentare potrebbe causare anche problemi dentali, tra cui appunto la disodontiasi.

Altra causa che potrebbe essere alla base di questa problematica dentale è, come detto, anche una disfunzione tiroidea, cioé un funzionamento non corretto della ghiandola della tiroide, posta nella zona inferiore del collo e adibita alla secrezione di ormoni tiroidei, fondamentali nello sviluppo corretto dell'organismo e nell'adeguata regolazione di svariati processi metabolici. Questa disfunzione potrebbe causare, come abbiamo accennato, molteplici problemi, tra cui anche alcuni relativi all'apparato dentale o al suo corretto sviluppo o efficienza.

Perché un dente non riesce a spuntare?

dente protezione

Per dente incluso, si intende un dente che non è in grado di erompere attraverso la gengiva, oppure spunta ma solo in parte restando, quindi, intrappolato nell’avvallamento gengivale.

L’inclusione, spesso, riguarda i terzi molari (denti del giudizio) ed è richiesta, in alcuni casi, l’estrazione degli stessi.

Oltre ai denti del giudizio, però, possono essere inclusi anche i primi premolari superiori, i canini e gli incisivi, principalmente quelli dell’arcata superiore.

L’inclusione dentale può essere:

  • Permanente, quando il dente rimane incluso per tutta la vita senza completare il ciclo di eruzione;
  • Temporanea, ossia il dente pur restando incluso oltre il termine fisiologico massimo riesce, comunque, a completare il taglio della gengiva ed a concludere il ciclo di crescita;
  • Completamente incluso, la situazione in cui il dente resta completamente imprigionato nell’osso mascellare oppure mandibolare;
  • Parzialmente incluso, quando l’eruzione del dente, nonostante non riesca completamente ad uscire, può considerarsi compiuta in parte.

Esistono, in realtà, altri criteri per un’altra classificazione dei denti inclusi relativa alla posizione del dente stesso (verticale, orizzontale, obliqua) rispetto all’asse seguito dagli altri denti.

Quali sono i trattamenti per il dente incluso?

In realtà, non vi è un trattamento unico ed univoco per i denti inclusi. Sarà competenza del medico specialista valutare il caso ed agire di conseguenza, valutandone la complessità e le soluzioni da adottare per risolvere il problema.

Ad esempio, nel caso in cui il dente non dia alcun sintomo, e i denti risultino ben allineati, non vi sarà alcuna necessità di un intervento.

Se dovesse verificarsi la situazione in cui il dente incluso è quello del giudizio e si riveli, tra l’altro, causa sporadici episodi di fastidi e dolori anche durante la masticazione, arrossamento gengivale, difficoltà di pulire i denti, lo specialista potrebbe prendere in considerazione l’estrazione del dente in questione.

Un’altra possibilità può essere la seguente. Il dente incluso è, ancora una volta, quello del giudizio che non dà alcun tipo di sintomo doloroso, a parte un lieve affollamento dentale. Un rimedio, che non preveda l’estrazione, è un trattamento ortodontico specifico (apparecchio dentale fisso o mobile).

Se il dente incluso è un canino oppure un incisivo, è opportuno procedere con la ricollocazione corretta del dente.

Comunque sia, risulta importantissimo rivolgersi tempestivamente ad un dentista che possa verificare la situazione e valutare la migliore soluzione per la persona che soffra di disodontiasi. In base alla causa che abbia originato quest'ultima, tante possono essere le misure correttive da intraprendere, da quelle maggiormente invasive (come un intervento sulla gengiva o sul dente) a quelle meno traumatiche, come ad esempio l'uso di un apparecchio dentale apposito. 

Autore: Dottor Carnabuci

Immagine del Dottor Carnabuci

Lo studio dentistico del Dott. Carnabuci è situato a Tor Tre Teste (Roma est), precisamente in via Francesco Tovaglieri, 387. Fondato nel 1990, vanta una lunga tradizione di eccellenza, avendo sempre puntato su professionalità, disponibilità e cortesia. Grazie a questi valori, il Dott. Carnabuci e il suo team hanno saputo costruire una solida reputazione.